Discorso del Primo Agosto alla popolazione della Città di Mendrisio
Discorso ufficiale per il Primo d’Agosto 2021, di Ferruccio Cainero.
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Discorso ufficiale per il Primo d’Agosto 2021, di Ferruccio Cainero.
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Onorevoli Sindaco e Municipali,
care colleghe e cari colleghi di Consiglio comunale,
è con molta gioia ed emozione che mi appresto ad assumere l’ incarico di presidentessa del Consiglio comunale, un compito importante che non avrei mai pensato di ricoprire e per il quale vi ringrazio della fiducia che mia avete accordato questa sera. In questo anno cercherò di svolgere questo ruolo con saggezza e imparzialità.
Oggi diamo inizio ad una nuova legislatura, con volti conosciuti e altri nuovi a cui dò il benvenuto. Nello scorso quinquennio il Municipio e il Consiglio comunale hanno affrontato temi importanti per la comunità. Le Commissioni hanno svolto un importante lavoro di analisi e di approfondimento di Messaggi Municipali e Mozioni; un complesso lavoro che non va dimenticato, anche durante il periodo critico della pandemia. Una dimostrazione di quanto tutti noi abbiamo a cuore il nostro paese e ci sentiamo responsabili verso di esso e verso la sua popolazione. Una consapevolezza all’insegna di una continuità volta a garantire un buon funzionamento di tutti i servizi sul territorio. Un processo possibile se tutti i tasselli si incastrano tra loro: in primis il dialogo tra Municipio e Consiglio comunale.
Insomma, bisogna passare dalle parole ai fatti. Prendere decisioni ed agire, in un periodo come quello che stiamo attraversando, non è facile. La pandemia è ancora in corso e ci destabilizza, ci mette inquietudine e mina le nostre certezze per il futuro, come mai prima d’ora. Ognuno di noi nello scorso anno ha vissuto sulla propria pelle una forte tensione emotiva: la chiusura delle frontiere, il lockdown, poi le riaperture, le cifre delle persone contagiate dal virus, i morti. Impossibile rimane impassibili di fronte ad un avvenimento tale gravità. Attimi di tristezza e frustrazione, talvolta di dolore o paura, lutto, emozioni e sentimenti intensi. Un condizionamento quotidiano per ciascuno di noi.
La consapevolezza della nostra fragilità dovrebbe portarci a solidarizzare, a capire l’uguaglianza fondamentale tra gli esseri umani e tra popoli, che provano gli stessi sentimenti e le stesse emozioni. L’unica diversità sta nel modo in cui si risponde alle avversità. Talvolta alla paura e alla frustrazione, si risponde d’istinto con individualismo ed egocentrismo, senza riflettere alle conseguenze sul lungo termine. Solo esercitando scelte coraggiose possiamo uscire da questi schemi e riscoprire l’essenza del bene comune e del vivere insieme.
Pertanto, a questo Legislativo, chiedo coraggio nell’abbandonare il sentiero battuto dell’individualismo politico per imboccare la strada dell’apertura e della solidarietà, più che mai necessaria in un momento grave come quello presente. Soprattutto per i giovani che in questo periodo storico hanno necessità di riscoprire la capacità di dialogo con la politica; al di là degli schieramenti e dei partiti. Ritrovare un’idea di società positiva, solidale e concreta con lo sguardo rivolto al futuro, pronta ad agire e non solo a discutere all’infinito.
Le nuove generazioni rivendicano un futuro contraddistinto da un maggiore equilibrio sociale e ambientale, da un’armonia tra uomo e natura e da un maggiore dialogo. Un avvenire che non lasci indietro nessuno e in cui il riappropriarsi delle attività culturali può divenire un mezzo per riflettere su noi stessi e sulla direzione in cui costruire il futuro post pandemico. Una mostra, un concerto, uno spettacolo teatrale, una lettura: ogni occasione, ogni evento corrisponderebbe ad un’iniezione di fiducia, oggi più che mai necessaria.
La Filanda ha dimostrato quanto fosse necessario un luogo di incontro multi generazionale e di scambio, di nutrimento per l’anima di tutte le cittadine e i cittadini di Mendrisio e della regione. Anzi, di tutta la comunità, in senso più ampio e inclusivo. Un circolo virtuoso da preservare e rinsaldare, tramite l’individuazione e la realizzazione di spazi di aggregazione. La Città di Mendrisio ha dimostrato negli anni d essere molto attenta alle esigenze della popolazione, ma resta ancora molto da fare. Un lavoro che potrà essere realizzato solo lavorando insieme, in maniera lungimirante, perché, proprio come comunità, non possiamo e non dobbiamo e non possiamo negare alle nostre giovani e ai nostri giovani un futuro migliore.
Concluso il mio intervento, ricordando a questo legislativo una citazione di Marcel Proust che amo molto e che racchiude l’essenza del viaggio che stiamo tutti per intraprendere, insieme:
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
A tutti voi, al Municipio e all’Amministrazione, auguro buon lavoro.
Daniela Carrara
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L’AlternativA 〝 Verdi e Sinistra insieme non ha dubbi: sui reparti di ostetricia, neonatologia e pronto soccorso pediatrico all’Ospedale Beata Vergine (OBV) di Mendrisio, la guardia deve rimanere altissima. È stato detto che l’attività del reparto è troppo bassa per garantire a medio lungo termine la qualità delle cure. Ma di fatto partorire al’OBV 〝 unico centro ospedaliero ad avere un innovativo dipartimento donna-bambino – è sicuro come altrove. Non si capisce perché a Lugano rimarrebbero due strutture (ospedali Sant’Anna e Civico) e nel Mendrisiotto neppure una!
Nell’ottica della medicina di prossimità, privare in futuro il Mendrisiotto dei reparti di ostetricia, neonatologia e pronto soccorso pediatrico è inaccettabile. Tali reparti, così sensibili e strategici, sono fondamentali in un distretto e per un distretto che non può essere impoverito sul piano della qualità sanitaria: la sanità pubblica deve essere rafforzata. E mai come in questo periodo difficile per tutti, ci si è resi conto di quanto la prossimità sia importantissima. E di quanto investire nel pubblico sia necessario.
Strappare all’OBV reparti così sensibili, è poco lungimirante nell’ottica della qualità delle cure, della medicina di prossimità e di una medicina finalmente più attenta alle questioni di genere. La medicina di genere, del resto, si sta affermando come importate tema di sanità e ricerca. Mendrisio, come Comune che ha adottato il bilancio di genere, deve fare sentire tutto il suo peso e lavorare con la deputazione in Gran consiglio affinché nella pianificazione ospedaliera le esigenze del distretto siano integrate.
L’AlternativA ritiene infine che tra i progetti da considerare ci sia la creazione di una Casa della maternità e della nascita sul modello lediecilune a Lugano. Una bella realtà che permette di vivere tutta la gravidanza in un ambiente sicuro, accogliente e protetto.
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Il PUC di Valera riguarda un’ampia zona del Mendrisiotto, regione che conosce una situazione territoriale e viaria giunta ormai al collasso e un tasso d’inquinamento tra i più elevati in Svizzera.
Proprio questo aveva indotto molte persone a firmare una petizione per la riconversione agricola del comparto che aveva raccolto, nel 2012, oltre 6800 firme. Dispiace vedere che c’è ancora qualche politico (o ex politico) che fatica a riconoscere nel ritorno all’agricoltura e allo svago un’opportunità per valorizzare quell’importante porzione di territorio.
I tentativi falliti delle pianificazioni precedenti prevedevano ampie zone edificabili artigianali e industriali. La giustificazione per l’ulteriore sacrificio di territorio è sempre stata di tipo finanziario: venivano ipotizzati costi milionari in caso di esproprio materiale. Di questo aspetto si stanno ancora occupando i tribunali, dopo che l’anno scorso il Tribunale di espropriazione si è espresso respingendo integralmente le pretese dei proprietari: anche secondo i giudici la maggior parte dei terreni sono in zona non edificabile.
L’ultima parola deve ancora essere scritta perché i proprietari hanno interposto ricorso; siamo però fiduciosi che le cose andranno nel senso da noi auspicato.
Su buona parte dei terreni per i quali il PUC prevede il ritorno dell’agricoltura sorgevano i ben noti serbatoi per lo stoccaggio di idrocarburi, una destinazione dunque non di tipo lavorativo o artigianale. Ricordiamo che, quando una zona in un piano regolatore perde la sua funzione, rimane un vuoto pianificatorio e, di fatto, dovrebbe ritornare alla destinazione precedente, in questo caso agricola. Il parere dei giudici sembra andare proprio in questa direzione.
Non si tratterebbe dunque di dezonare terreni industriali-artigianali; il prospettato esproprio materiale riguarderebbe infatti soprattutto terreni agricoli, e in minor misura alcune superfici indicate come industriali nei precedenti piani regolatori.
Il PUC parte da questi presupposti e valuta il costo complessivo degli espropri in circa 6 milioni di franchi, una cifra che il Cantone è intenzionato a pagare integralmente.
Noi crediamo sia vitale che anche sul fondovalle si trovino luoghi dove territorio e paesaggio siano preservati a vantaggio della qualità di vita di tutta la popolazione: uno di questi luoghi è Valera, comparto che ha subìto per decenni inquinamento e degrado.
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A Mendrisio, come nel resto del Cantone, la popolazione diminuisce: se in Ticino nel 2019 si sono contati quasi 2000 abitanti in meno, il nostro Comune ha visto una riduzione di 220 abitanti tra il 2016 e il 2019. È vero che nel 2020 c’è stato un lieve aumento di 25 persone, ma il saldo sui 4 anni è negativo: meno 195 unità. Eppure a Mendrisio si continuano a cementificare migliaia di metri quadrati di territorio, per appartamenti che rimarranno in gran parte vuoti. Per non parlare dei capannoni che spesso sono destinati ad attività per posti di lavoro mal retribuiti.
Dallo scorso dicembre è nelle mani del Municipio il tanto atteso Compendio dello stato dell’urbanizzazione, il documento che indica il dimensionamento delle riserve dei Piani regolatori comunali. Il Compendio fa stato di riserve dei PR che permetterebbero l’insediamento di 5’370 abitanti nei prossimi 15 anni, mentre la previsione di crescita, calcolata dal Dipartimento del Territorio, si aggira sulle 1800 unità.
In realtà se la tendenza al ribasso sarà confermata non si raggiungeranno nemmeno quei 1800 residenti in più. Lo stesso discorso, con numeri più contenuti, vale per i posti di lavoro.
Com’era facile prevedere i Piani regolatori di Mendrisio sono sovradimensionati, è dunque necessario mettervi mano.
Compito arduo che il Municipio intende affrontare applicando i principi del Piano direttore comunale. C’è da sperare che non si arrivi troppo tardi, quando i proverbiali buoi saranno fuori dalla stalla.
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Nella Svizzera tedesca e romanda le cooperative d’abitazione esistono da oltre un secolo mentre in Ticino, salvo qualche raro caso, fino a qualche anno fa non si conosceva questo modo di abitare e vivere. Ci ha pensato CASSI (Cooperative d’abitazione Sezione Svizzera italiana) a suscitare anche da noi l’interesse per una cultura dell’abitare basata sulla condivisione dell’alloggio dal punto di vista sociale, economico-finanziario, urbano e architettonico. Le cooperative d’abitazione, strutture trasparenti e senza scopo di lucro, si basano sul rispetto del territorio e dell’ambiente e sull’equilibrio tra generazioni. Ideale è trovare soluzioni che coinvolgano pubblico e privato in progetti di ristrutturazione di edifici esistenti o di nuove edificazioni che diano vita a comunità residenziali che combinino l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi. La cooperativa di abitazione persegue lo scopo di coprire in maniera duratura, secondo il principio del mutuo soccorso e della corresponsabilità, il fabbisogno di spazio abitativo dei suoi soci a condizioni finanziarie accettabili. Tutto il contrario della speculazione edilizia, insomma. L’AlternativA auspica che le cooperative prendano piede anche in Ticino; questo modo di abitare, che offre molte possibilità di scelta e organizzazione, potrebbe dare un contributo sociale significativo: l’esperienza del Covid-19 ci ha fatto capire l’importanza di avere spazi abitativi di qualità e aiuto reciproco. A Mendrisio qualcosa si sta muovendo, noi speriamo che si riesca a sviluppare un progetto allo studio per Arzo.
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Tre anni fa è stata lanciata dal gran consigliere Matteo Pronzini (MPS) l’idea di creare una nuova sede della Scuola Cantonale di Commercio nel Mendrisiotto. Tale proposta fu ripresa alle nostre latitudini con l’idea di rendere più agevole la vita dei circa seicentocinquanta studenti del Sottoceneri.
Noi giovani dell’AlternativA crediamo ancora in questo progetto che darebbe maggiore prestigio alla nostra città – come conseguenza delle interessanti sinergie che si verrebbero a creare con le numerose sedi scolastiche già presenti sul nostro territorio – e sgraverebbe in modo significativo il traffico ferroviario già congestionato durante quegli orari in cui il transito degli studenti si sovrappone a quello dei pendolari.
Teniamo alla creazione di un polo scolastico e studentesco per tutto il Cantone, anche in virtù della nuova stazione ferroviaria che funge da fulcro della capillare rete di trasporto pubblico. Per una Mendrisio studentesca, giovane e viva.
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La riapertura della Filanda trasformata in centro culturale ha sicuramente rappresentato una svolta nelle abitudini di una buona parte dei giovani e degli studenti momò. L’integrazione della Biblioteca Cantonale con la vasta offerta di attività, un’area svago e l’ampiezza dello spettro di pubblico cui si rivolge, la rendono un esperimento ben riuscito che porta alla Città di Mendrisio un grande valore aggiunto. Si tratta di un primo passo verso la ricostruzione di quei luoghi di associazione pubblica che stanno sparendo. Con differente intensità, in tutte le fasce d’età della popolazione si verifica uno spopolamento dei luoghi di aggregazione come bar e piazze. Basti pensare al Magnifico Borgo: un tempo luogo d’incontro, oggi animato solo in rare occasioni. Durante la Sagra del Borgo, ad esempio, è facile vedere le potenzialità che le sue vie offrono per tornare ad essere un polo della vita sociale cittadina. Agire in questo senso è fondamentale per valorizzare maggiormente il nostro distretto.
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«Mendrisio, unico polo con due donne in Municipio, si tinge sempre di più con i colori della parità di genere. L’AlternativA ne è ispiratrice»
Buona la seconda. Mendrisio avrà delle vie al femminile. Dopo la seconda interrogazione promossa da Verdi e Sinistra – e sostenuta da consiglieri e consigliere comunali di tutti i partiti – nel nostro Comune ci saranno tracce visibili delle donne che hanno avuto un ruolo di primo piano a diversi livelli. Dopo due interrogazioni, quindi, è stata riattivata la Commissione toponomastica che ha lavorato molto bene. Del resto ridisegnare le città in una prospettiva di genere non è un’impresa impossibile, a partire dai nomi di strade e piazze. C’è solo bisogno della volontà politica. E Mendrisio non si è tirata indietro, coinvolgendo anche le Commissioni di quartiere che hanno generalmente ben accolto il progetto. Le vie al femminile dovrebbero perciò essere molto presto una realtà, permettendo così a Mendrisio di essere all’avanguardia. E di seguire in modo virtuoso le orme della città di Ginevra, che ha creduto nell’importanza di rendere visibili le donne che nel tempo hanno tenacemente intrecciato trame sottili, ma consistenti, di relazioni e dimensioni storiche a carattere “orizzontale”. E che, nei secoli, hanno determinato la sopravvivenza del tessuto umano, e quindi anche urbano, delle comunità.
Buona la prima invece per il bilancio di genere, mozione pure promossa da Sinistra e Verdi nel 2016 e sostenuta da tutti i partiti politici. A dimostrazione che quando c’è convergenza, i progetti si realizzano. Ora dalla presentazione del Bilancio di genere occorrerà passare al Piano di azione. E l’AlternativA è pronta a fare la sua parte in modo costruttivo, proponendo idee e soluzioni.
Per migliorare la conciliazione tra famiglia e lavoro occorre, ad esempio, promuovere maggiormente l’offerta dei servizi del comune soprattutto rivolti ai neogenitori (potenziare dunque il settore dell’infanzia) e ai famigliari curanti. Per quanto riguarda la mobilità e i tempi della città, sarebbe importante rivedere la politica dei trasporti dal punto di vista di genere, cioè tenendo in considerazione orari, i tempi della vita e di funzionamento della città. Se prendiamo il capitolo della cura di sé e del tempo libero, occorre prima di tutto riconoscere che donne e uomini hanno esperienze ed interessi diversi in materia di cultura, sport e tempo libero; in secondo luogo sarà necessario assicurare che donne e uomini possano beneficiare e accedere equamente ad impianti e infrastrutture della città.
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«Siamo diversi da quei giovani che trenta, quaranta o cinquanta anni fa, potevano fare a meno di angosciarsi per il loro avvenire
a causa del clima»
La visione che noi giovani abbiamo del nostro futuro è nichilista. Non solo per le mille preoccupazioni che un giovane ha il diritto di avere, ma perché la nostra generazione dovrà fare i conti con il cambiamento climatico. Per noi il futuro è un problema da risolvere, non un’opportunità da sfruttare.
Siamo diversi da quei giovani che trenta, quaranta o cinquanta anni fa, potevano fare a meno di angosciarsi per il loro avvenire a causa del clima. Ci sentiamo vittime di scelte incoscienti fatte da persone che, perseguendo un benessere temporaneo e una crescita economica eterna, si sono dimenticate di noi. Noi che il conto ambientale e sociale dovremo pagarlo. Eppure, c’è ancora chi dubita dell’esistenza del cambiamento climatico. C’è chi dice che stiamo facendo le vittime. C’è chi, sentendosi accusato, storce il naso quando riflettiamo sul vostro passato e sul nostro futuro. C’è chi condanna quei giovani che, in tutto il mondo, si sono indignati e hanno deciso di combattere per il diritto ad avere un futuro.
Le previsioni che prefigurano un futuro che cambierà radicalmente il nostro modo di vivere possono suscitare un senso di impotenza e turbamento che di certo nessuno vorrebbe provare. È normale e lo capiamo. Capiamo il fastidio provocato dalla nostra condanna di scelte che i più considerano dogmi, prese in passato da uomini e donne autorevoli. Capiamo persino l’astio scaturito nelle generazioni più anziane nel farsi fare la morale da ragazzini che mettono delle tende su Piazza Federale.
Ma tutto ciò non giustifica l’immobilismo e la lentezza con la quale questi temi vengono affrontati. Siamo convinti che le mille sfide di cui si occupa la politica (N.B. quelle importanti, non quelle superflue e ridicole come il divieto di indossare il burqa, per esempio) debbano essere subordinate alla transizione ecologica e al cambiamento strutturale dell’economia.
Chiediamo principalmente comprensione. Ma pretendiamo anche che la politica apra gli occhi su un’emergenza climatica che la pandemia non ha evidentemente cancellato. A voi un futuro sereno è stato garantito. A noi lo state levando. J.S