Valera deve tornare verde!
Il PUC di Valera riguarda un’ampia zona del Mendrisiotto, regione che conosce una situazione territoriale e viaria giunta ormai al collasso e un tasso d’inquinamento tra i più elevati in Svizzera.
Proprio questo aveva indotto molte persone a firmare una petizione per la riconversione agricola del comparto che aveva raccolto, nel 2012, oltre 6800 firme. Dispiace vedere che c’è ancora qualche politico (o ex politico) che fatica a riconoscere nel ritorno all’agricoltura e allo svago un’opportunità per valorizzare quell’importante porzione di territorio.
I tentativi falliti delle pianificazioni precedenti prevedevano ampie zone edificabili artigianali e industriali. La giustificazione per l’ulteriore sacrificio di territorio è sempre stata di tipo finanziario: venivano ipotizzati costi milionari in caso di esproprio materiale. Di questo aspetto si stanno ancora occupando i tribunali, dopo che l’anno scorso il Tribunale di espropriazione si è espresso respingendo integralmente le pretese dei proprietari: anche secondo i giudici la maggior parte dei terreni sono in zona non edificabile.
L’ultima parola deve ancora essere scritta perché i proprietari hanno interposto ricorso; siamo però fiduciosi che le cose andranno nel senso da noi auspicato.
Su buona parte dei terreni per i quali il PUC prevede il ritorno dell’agricoltura sorgevano i ben noti serbatoi per lo stoccaggio di idrocarburi, una destinazione dunque non di tipo lavorativo o artigianale. Ricordiamo che, quando una zona in un piano regolatore perde la sua funzione, rimane un vuoto pianificatorio e, di fatto, dovrebbe ritornare alla destinazione precedente, in questo caso agricola. Il parere dei giudici sembra andare proprio in questa direzione.
Non si tratterebbe dunque di dezonare terreni industriali-artigianali; il prospettato esproprio materiale riguarderebbe infatti soprattutto terreni agricoli, e in minor misura alcune superfici indicate come industriali nei precedenti piani regolatori.
Il PUC parte da questi presupposti e valuta il costo complessivo degli espropri in circa 6 milioni di franchi, una cifra che il Cantone è intenzionato a pagare integralmente.
Noi crediamo sia vitale che anche sul fondovalle si trovino luoghi dove territorio e paesaggio siano preservati a vantaggio della qualità di vita di tutta la popolazione: uno di questi luoghi è Valera, comparto che ha subìto per decenni inquinamento e degrado.