Intervento in Consiglio Comunale – Sull’uso del cosiddetto “maschile inclusivo”

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri,

Intervengo con un sentimento di disagio e amarezza. Non per spirito di polemica, ma per senso di responsabilità. Desidero esprimere la mia perplessità – e il mio disaccordo – rispetto alla scelta annunciata dal Presidente di adottare il cosiddetto “maschile inclusivo” nel corso delle sedute.

Come donna, come cittadina e come rappresentante politica, non mi sento rappresentata da questa decisione. E non sono la sola.

Il linguaggio è un atto politico. Dare per scontato che il maschile sia neutro significa riproporre una norma linguistica che esclude e cancella, sotto il velo di una presunta neutralità.

Questo intervento si unisce al grido corale dell’interrogazione interpartitica presentata l’8 maggio da tutte le Consigliere Comunali dell’Alternativa, del PLR, del Centro e dei Giovani Liberali, condivisa sicuramente da molti uomini qui presenti, che riconoscono che il linguaggio è identità, rappresentazione e rispetto.

Cito dall’interrogazione:

“Quelle parole del maschile inclusivo sono state percepite da tutte noi come un enorme e pesante passo indietro, che non può lasciarci indifferenti e che non sarebbe giusto sottacere.”

Questa posizione trova fondamento nei documenti ufficiali della Città di Mendrisio, che da anni lavora con impegno per promuovere una cultura dell’inclusione reale. Nel Piano per le Pari Opportunità 2025–2027 si legge:

“La Città si adopera per introdurre un linguaggio rispettoso delle differenze e misure di contrasto alle discriminazioni”.

Nel documento “Linguaggio rispettoso delle differenze”, redatto dal Dicastero Socialità e Pari Opportunità, si afferma chiaramente:

“Evitare l’uso del solo genere grammaticale maschile in riferimento a una o più persone è il primo passo verso un linguaggio più rispettoso.”

Anche il Municipio, nella sua risposta all’interrogazione dell’8 marzo 2023, ha affermato:

“Nel linguaggio della vita pubblica, l’uso generalizzato del maschile […] ha contribuito a rendere meno visibili – quando non addirittura ‘invisibili’ – le donne che lavorano, anche nell’amministrazione pubblica.”

E ancora:

“Comunicare in modo inclusivo rappresenta una scelta di comunicazione che può contribuire a creare una società più democratica e partecipativa.”

 

In questo quadro, l’adozione del “maschile inclusivo” come linea di comunicazione istituzionale, anche solo per la durata della Sua presidenza, non è neutra: è una scelta in contraddizione diretta con l’impegno politico e culturale assunto dalla Città di Mendrisio.

Parlare davvero in modo inclusivo significa trovare soluzioni che riconoscano la pluralità delle identità, non appellarsi a un documento federale per legittimare l’invisibilità di genere in ambito locale, specialmente quando esistono linee guida comunali ben più avanzate.

Chi ricopre ruoli istituzionali ha anche la responsabilità di contribuire, con il proprio esempio, a un linguaggio che evolva verso l’equità. Le parole plasmano il pensiero. Se vogliamo davvero essere una comunità che valorizza ogni cittadina e ogni cittadino, dobbiamo cominciare proprio da lì: dal modo in cui ci rivolgiamo gli uni agli altri.

Le parole creano realtà. Invisibilizzare le donne nel linguaggio, anche se con le migliori intenzioni, non è una forma di rispetto, ma un atto di esclusione. La vera inclusività non passa dal maschile generalizzato, ma dalla visibilità di tutte le identità, incluse quelle femminili e non binarie.

Infine, voglio ricordare che questi non sono capricci ideologici. Sono impegni assunti pubblicamente, inseriti in piani strategici, finanziati con risorse pubbliche e discussi in seno a questa stessa istituzione.

Per questi motivi, mi sento oggi poco rappresentata e ancor meno rispettata come donna.

Chiedo pertanto che si riconsideri questa linea comunicativa e che ci si attenga alle linee guida ufficiali adottate dal Comune stesso, che con grande serietà e competenza sono state redatte per costruire una comunità equa e moderna che oggi tutti e tutte abbiamo il dovere di onorare

Grazie.

Sara Haeuptli Nguyen Trinh