Intervento Costituzione Ente gestore Parco del Laveggio

Egregio presidente,
egregio sindaco, municipali,
care colleghe, cari colleghi,

quasi 11 km attraverso buona parte del Mendrisiotto; di “costituzione” modesta e di carattere tranquillo ma che sa rivelarsi anche deciso e dirompente; in gran parte costretto in un abito rettilineo nel corso degli ultimi due secoli e obbligato a convivere con “vicini” piuttosto ingombranti; infine condannato a digerire scarti tutt’altro che innocui. Stiamo ovviamente parlando del Laveggio che, dopo un passato di degrado e sofferenza, ha riacquistato buona salute, grazie in particolare alla politica di smaltimento delle acque avviata anche in Ticino a partire dagli anni Settanta. L’iniziativa e l’operato dell’associazione Cittadini per il territorio, con la collaborazione del compianto arch. Tita Carloni, hanno poi contribuito a far conoscere il fiume e i suoi dintorni e a salvaguardarne le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche.

Concretamente il miglioramento della fruibilità del fiume e delle condizioni ambientali, almeno di parte delle sue sponde, trova i suoi principi nel progetto di Parco del Laveggio che, in uno studio pubblicato nel 2017 dai Cittadini per il territorio col sostegno della Confederazione e dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ERS-MB), ha saputo dimostrare come il nostro corso d’acqua possa essere considerato una sorta di «spina dorsale attorno alla quale creare un parco che, in un contesto urbanizzato in modo dispersivo, serva da elemento strutturante e di collegamento per la mobilità lenta e per lo svago di prossimità, oltre a fungere da corridoio ecologico».[1]

L’idea fece allora breccia anche a livello cantonale e comunale e oggi risulta integrata nel PD cantonale (scheda R9, area di svago), nei Programmi di agglomerato del Mendrisiotto e nel PD comunale di Mendrisio.

Inoltre il conferimento nel 2024 del premio Binding per la biodiversità, il più cospicuo della Svizzera, è indubbiamente un ulteriore conferma della validità e della serietà del progetto.

Nel 2020 si è iniziato a progettare e nel 2023 sono stati attuati diversi interventi per risanare le condizioni ambientali e migliorarne la fruibilità così che «oggi il Parco è percorribile a piedi senza interruzioni di rilievo e quasi sempre lungo l’argine, diventando a tutti gli effetti un’area verde di prossimità per gli abitanti del Mendrisiotto».[2]

Ovviamente il lavoro non è concluso e, accanto alla gestione ordinaria, nuovi importanti progetti sono previsti nei prossimi anni, tra i quali la messa in sicurezza e la rinaturazione del fiume tra le piscine e la foce promossa dal Consorzio arginature e dai comuni di Riva San Vitale e Mendrisio, la riqualifica del comparto di Valera per opera del Cantone e la continuazione del ripristino dell’infrastruttura ecologica coordinata da WWF Svizzera italiana.

E visto che si parla di interventi sul territorio e perciò di lavoro, vale la pena ricordare che fino ad oggi la quasi totalità delle opere sono state affidate a ditte della zona.

Quanto fin qui svolto è sicuramente coronato da successo, sia per la palese rivitalizzazione di un’area continuativa garante della biodiversità in un contesto di fondovalle altrimenti assai urbanizzato, sia per il favore della popolazione, che continua a dimostrare di apprezzare molto il percorso tra Stabio e Riva San Vitale all’interno di un’area di svago in buona parte immersa nella natura sebbene a pochi metri da importanti infrastrutture.

Proprio per i motivi appena esposti, non posso dunque che rinnovare l’invito della collega Sara Haeuptli Nguyen Trinh a votare il messaggio MM 30/2025.

[1] Cfr. https://parcolaveggio.ch/storia

[2] Ibid.